L'era della dominanza sintetica ha in qualche modo svalutato i vantaggi di tutto ciò che è naturale: è troppo costoso e richiede molta cura. Ad esempio, la lana naturale è molto difficile da curare: dopo averla caricata in lavatrice, è meglio dimenticare di cosa è stato fatto il capo. A meno che, ovviamente, non fosse un superwash!
Che tipo di lana è questa?
Superwash deve la sua comparsa all'era diffusa della meccanizzazione del lavoro domestico: è raro ora costringere una casalinga a fare il bucato a mano. Tuttavia, la comodità della lavatrice va a discapito del tessuto naturale: i fiocchi di lana naturale tendono ad arrotolarsi, provocando il restringimento dei capi di lana, soprattutto se lavati con polveri sintetiche.
Il problema è stato risolto dalla tecnologia di lavorazione della lana con speciali agenti ossidanti e una miscela di imbozzimatura contenente resine sintetiche, inventata un paio di decenni fa. Questo, per così dire, preserva ogni capello, aiutando a mantenerne l'aspetto originale anche dopo numerosi lavaggi.
Il metodo di lavorazione mette in dubbio la naturalezza al 100% del prodotto dichiarata dalle etichette.Tuttavia, la sicurezza delle cose può essere conciliata con qualche mescolanza di “chimica”.
IMPORTANTE: La sigla SW sull'etichetta vi aiuterà a capire che si tratta di filato trattato con plastica.
In cosa è diverso dal solito?
Superwash si differenzia dal filato non trattato per la sua lucentezza e morbidezza, cosa insolita per i materiali naturali. Quando il nuovo prodotto è apparso sul mercato interno, molti clienti hanno reagito con una fondata diffidenza nei confronti del filo e dei prodotti che ne derivano. Nel tentativo di conquistare il favore degli appassionati di prodotti naturali, i venditori hanno diffuso la voce su una certa lana lucidata, e questo concetto è vivo fino ad oggi.
Gli appassionati di maglieria si sono subito innamorati del filato per la sua resistenza ed elasticità, che è particolarmente preziosa quando si lavora a maglia elastica. Le caratteristiche della tecnologia rendono il superwash più ricettivo alla vernice, quindi le cose realizzate con esso saranno più luminose.
La morbidezza del filato trattato con acidi e resine viene però irrimediabilmente perduta. Anche la capacità naturale dei villi “viventi” di autopulirsi, respingendo i contaminanti, è significativamente ridotta.
Dopo la lavorazione rimane una certa quantità di scaglie che possono causare un leggero restringimento. I pallini saranno sempre molto meno, e non sarà difficile rimuoverli velocemente, lasciando la tela liscia.
IMPORTANTE: La dicitura “Superwash” consente di lavare il capo in lavatrice, ma è sconsigliato scegliere una temperatura superiore ai trenta gradi! È esclusa anche la filatura.